La Sinagoga di Firenze è una Sinagoga di rito Ortodossa, Sefardita e di minhag fiorentino.
E’ una delle più importanti e più belle del XIX secolo, progettata nel 1872 e terminata nel 1882. Dopo la chiusura dei Ghetti nel 1848, gli ebrei potevano finalmente vivere dove volevano. La città di Firenze in quello stesso periodo stava subendo un profondo cambiamento per il fatto che sarebbe diventata capitale del regno (1864-1870 ) e che il Ghetto venne distrutto per creare quella che oggi è Piazza della Repubblica, con tutti i Palazzi adiacenti in stile Ottocentesco e furono creati i Viali distruggendo le mura medievali della città.
Nacque così l’esigenza di avere una Sinagoga dove poter andare a pregare e di creare un edificio di quella che sarà successivamente chiamata “la Sinagoga dell’emancipazione”, progettata come un monumento indipendente e non più ricavato in case di civile abitazione come avveniva nei ghetti: le Scole, come venivano chiamate allora, erano ubicate nei piani dei palazzi, quindi piccole e non visibili.
All’inizio il progetto venne affidato interamente all’architetto Marco Treves, un ebreo piemontese che già operava nel settore ma varie discussioni con la Comunità Israelitica portarono quest’ultima ad affiancare al Treves altri due architetti molto in voga all’epoca, Vincenzo Micheli e
Mariano Falcini. Il progetto fu comunque portato avanti dal Treves che nei minimi particolari progettò tutto. Lo stile scelto fu il Moresco: Treves puntò molto sulle cupole ricoperte di rame proprio per accentuare l’assimilazione alla città di Firenze, con la cupola del Brunelleschi, affinchè questa cupola fosse visibile in tutta la città, come ancora oggi spicca nel panorama fiorentino. All’esterno il travertino e il pomato rosa di Assisi venne scelto per richiamare il colore della pietra con cui è stata costruita Gerusalemme, le bordature sono dei gigli, simboli della città di Firenze ed il bellissimo rosone che si trova nella parete laterale è composto sempre da gigli racchiusi in un disegno geometrico di sei punte che rappresenta la stella di David in uno splendido incastro così come, simbolicamente, gli ebrei si uniscono alla città di Firenze.
Il giardino stesso fu progettato in maniera orientale con palme, agavi e piante che però non sostennero il clima rigido degli inverni fiorentini e che nel tempo furono sostituiti da Magnolie. All’interno tutto è progettato e realizzato in stile moresco, dalle vetrate delle finestre alle porte in noce intagliate in disegni arabeschi e il pavimento, raffigurante disegni geometrici di catene perpetue che non si spezzano mai con Stelle di David come simboli; il matroneo-mehizà, aperto, con delle grate disegnate anche esse in maniera orientaleggiante. L’interno interamente ornato ad arabeschi,che un tempo risplendeva di oro,oggi purtroppo non è più visibile dal momento che per mancanza di soldi venne effettuato in porporina e non in foglia d’oro, un campione però è visibile nel museo al primo piano. La realizzazione della costruzione fu possibile grazie ai lasciti di David Levi il quale desiderò che il suo patrimonio servisse a dare a Firenze un luogo ebraico degno della città.
L’interno della Sinagoga di Firenze si presenta come una basilica, con tre navate centrali e un abside; da notare anche la presenza di un pulpito e di un organo che ancora oggi destano stupore nei visitatori di religione ebraica.
La grande Sinagoga è una delle costruzioni più organiche nel panorama fiorentino ancora esistenti: è sopravvissuta alle bombe naziste, alla terribile alluvione di Firenze nel 1966 quando il fiume Arno la sommerse per circa tre metri di acqua e al deterioramento del tempo. Mantenere questo monumento non è solo mantenere uno dei monumenti più belli dell’ottocento ma preservare una pagina della storia dell’ebraismo fiorentino.